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Riparare è meglio che riciclare: la sostenibilità nell'abbigliamento da lavoro

31 ottobre 2024
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Riparare invece di gettare via: quanto previsto dalla direttiva UE sul “diritto alla riparazione” per gli elettrodomestici è una leva importante per la tutela delle risorse e lo può diventare anche nel settore dell'abbigliamento. (©Mewa)

Riparare invece di gettare via: un “diritto alla riparazione” simile a quello previsto dalla direttiva UE per gli elettrodomestici potrebbe favorire la tutela delle risorse anche nell'industria dell'abbigliamento.

Riparare invece di gettare via: un “diritto alla riparazione” simile a quello previsto dalla direttiva UE per gli elettrodomestici potrebbe favorire la tutela delle risorse anche nell'industria dell'abbigliamento. L'obiettivo dichiarato è garantire tessuti sostenibili e riciclabili e ridurre la quantità di rifiuti tessili. Per il fornitore di servizi tessili Mewa, la riparazione degli indumenti da lavoro rientra già tra i servizi offerti.

La riparazione è compresa nel servizio tessile

Un servizio completo di gestione dell'abbigliamento da lavoro e protettivo risponde già ai requisiti del “diritto alla riparazione” su più fronti. Oltre a prevedere la sostituzione delle cerniere e la riparazione delle parti danneggiate, il servizio comprende anche la sostituzione di interi elementi, come le tasche, le maniche o i polsini. Contestualmente vengono prodotti kit di riparazione adeguati. Anche gli indumenti protettivi possono essere riparati in modo sicuro. Un’altra prassi diffusa è il riciclo degli indumenti scartati, per recuperarne le parti ancora riutilizzabili. “Se si considera che ogni anno in Europa vengono gettati al macero circa 5,8 milioni di tonnellate di prodotti tessili, è evidente che riparare è meglio che riciclare in termini di sostenibilità”, spiega Wolfgang Quednau, Amministratore Delegato della Betreuungsgesellschaft für textiltechnische Anwendungen GmbH (BTTA).

Minor consumo di risorse grazie alla durata

Nella filiera tessile, la maggior parte delle risorse viene consumata nella fase di produzione delle materie prime. Quanto più a lungo un capo di abbigliamento viene utilizzato, tanto più si riduce il suo impatto sull’ ambiente. “L' abbigliamento da lavoro è soggetto a un'usura decisamente maggiore rispetto all'abbigliamento fashion: solo indumenti di alta qualità e facilmente riparabili possono garantire una lunga durata”, spiega l'ingegnere tessile Wolfgang Quednau. Per poter contribuire a migliorare la qualità dei tessuti, Mewa dispone di un proprio reparto dedicato allo sviluppo di abbigliamento da lavoro e protettivo. I nuovi materiali vengono sottoposti a test intensivi prima di essere utilizzati. Se l'abbigliamento da lavoro è sottoposto a numerosi cicli di utilizzo senza subire alcuna sostanziale alterazione estetica o funzionale, questo non solo contribuisce alla sostenibilità, ma consente anche di ridurre i costi. I clienti beneficiano di entrambi gli aspetti, afferma Wolfgang Quednau.

La riciclabilità è un tema importante per la ricerca

Mewa, fornitore di servizi tessili attento ai principi della sostenibilità, sta conducendo diverse ricerche sui possibili utilizzi dei materiali riciclati e sul ricondizionamento delle fibre ottenute da prodotti tessili usati. Tuttavia, il riciclo presenta ancora dei limiti: una sfida importante è rappresentata dalla qualità dei materiali riciclati, come spiega la dott.ssa Diana Wolf, responsabile Ricerca e Sviluppo di Mewa. I problemi riguardano, da un lato, la resistenza, assolutamente necessaria per l'abbigliamento da lavoro, e, dall'altro, la reazione dei tessuti durante il processo di tintura. “I materiali riutilizzati devono essere assimilabili ai prodotti originali non riciclati”, sostiene Diana Wolf, descrivendo l'obiettivo della ricerca.

Un circuito chiuso per i prodotti tessili

Mewa è attualmente impegnata in un progetto del Centro di ricerca tedesco Jülich, in collaborazione con partner scientifici come l’Università tecnica di Braunschweig e l'Università di Scienze Applicate del Niederrhein. Il progetto, finanziato dal Ministero tedesco dell'Istruzione e della Ricerca, studia la possibilità di riciclare con procedimenti chimici il poliestere ricavato da fibre miste per trasformarlo in fibre riutilizzabili (codice di finanziamento: 033R408A). “Vogliamo rendere possibile il cosiddetto riciclo 'da tessuto a tessuto'. In questo modo, i vecchi tessuti in misto poliestere-cotone potrebbero essere convertiti in nuovi tessuti. Questo rappresenterebbe una pietra miliare verso un'economia circolare del settore tessile veramente olistica”, spiega Diana Wolf, fiduciosa che quanto stabilito dalle nuove norme sulla progettazione ecocompatibile nel settore tessile daranno un forte impulso allo sviluppo di processi di riciclo più evoluti.


Wolfgang Quednau

Amministratore Delegato della Betreuungsgesellschaft für textiltechnische Anwendungen GmbH (BTTA).

“Se si considera che ogni anno in Europa vengono gettati al macero circa 5,8 milioni di tonnellate di prodotti tessili, è evidente che riparare è meglio che riciclare in termini di sostenibilità”


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